Nel Cartizze ci pensa in gran parte la Natura a regolare gli opposti. La costante ventilazione mantiene asciutte le foglie anche dopo le piogge. L’alternanza delle escursioni termiche compone le note del vino. Il caldo della luce matura l’acino e forma gli zuccheri al suo interno. Il freddo del buio arricchisce la buccia di sostanze aromatiche, e di acidi la polpa. In vigna, quello che non fa il giorno lo fa la notte.
C’è qualcosa di superiore anche in questo.
Di più antico della terra non c’è nulla sulla Terra.
Conosce profondità che l’uomo non immagina.
Epoche, civiltà, avventure, scoperte, invenzioni, uomini: ha registrato tutto.
Fondali del mare, argille, sabbie marine: un ribollio costruttore ed edificatore ha stratificato il terreno.
Lo ha disegnato in larghezza nei suoi ettari, lo ha modellato in altezza nei suoi metri, lo ha composto di formidabili ingredienti. Gli ha dato un’identità, un’origine, una vocazione. È la terra che non possiamo vedere, ma che grazie alla vite possiamo sentire. Come un esperto narratore la pianta raccoglie la materia antica del terreno e ogni anno la traduce in una nuova annata. C’è qualcosa di superiore in questo.
Sottosopra
Nel suo contorto stare in piedi ha bisogno di una base solida e originale, di una gettata composta di più stratificazioni. Lì sotto si contorce e si allunga in profondità con le sue radici per poi salire in superficie ed esprimere le sue altezze con le bollicine.
È un viaggio dal profondo verso l’alto attraverso strati composti dal tempo proprio in quel determinato spazio. Dal sottosuolo del suolo all’altitudine della sua collina, a 330 metri sul livello del mare.
Come nella vita, anche per la vite bisogna arrivare a certe profondità per raggiungere certe altezze.
In fondo alla superiorità
È il sintomo più primordiale del suo essere in vita. La terra è viva tra le basse e le alte temperature offerte dal terroir. Microelementi del terreno in un microclima di 1,5 gradi centigradi superiore alla media.